Pollo e uova a rischio con l’influenza aviaria? Cosa succede davvero secondo il medico esperto

Davanti allo scaffale del pollame qualcuno si ferma, legge l’etichetta e esita: con le notizie sull’aviaria la domanda torna spesso nella vita quotidiana. È un’ansia concreta, che riguarda la spesa, la tavola e il rischio per la salute. Qui non si tratta di scenari astratti ma di capire come il virus circola, quali sono i punti critici della filiera e se il consumo di carne o uova possa rappresentare una via di contagio per le persone.

Come circola il virus e quali animali sono coinvolti

L’aviaria è provocata da un virus dell’influenza A che si presenta in forme diverse: alcune con bassa patogenicità, con sintomi lievi negli uccelli, altre con alta patogenicità, capaci di provocare morti elevate nel pollame domestico. I serbatoi naturali sono gli uccelli acquatici selvatici, animali che ospitano il virus senza sintomi evidenti e che possono diffonderlo nei territori dove si trovano allevamenti intensivi.

Pollo e uova a rischio con l’influenza aviaria? Cosa succede davvero secondo il medico esperto
Pollo e uova a rischio con l’influenza aviaria? Cosa succede davvero secondo il medico esperto – aperito.it

Il passaggio dal selvatico al domestico avviene spesso per contatto ambientale: acqua, feci, attrezzature contaminate. Il contatto diretto con animali infetti — vivi o morti — è il modo più frequentemente documentato per la trasmissione agli esseri umani, ma gli episodi umani rimangono rari e la trasmissione uomo-uomo è rara. Un dettaglio che molti sottovalutano è che il rischio non è omogeneo: chi lavora in allevamenti o macelli è esposto molto più della popolazione generale.

Gli scienziati seguono con attenzione le mutazioni del virus perché, come ricordano i tecnici del settore, una variazione genetica potrebbe alterare il profilo di rischio per l’uomo. Nel frattempo, le misure sanitarie in allevamento — sorveglianza, quarantena e abbattimenti mirati — restano gli strumenti principali per interrompere la catena di trasmissione e proteggere la filiera alimentare.

Mangiare pollo e uova: che cosa dicono gli esperti e cosa fare in cucina

La domanda pratica è semplice: posso mangiare pollo e uova senza correre rischi? Secondo gli esperti la risposta rimane affermativa per i prodotti che arrivano ai punti vendita ufficiali. Standard di controllo nelle filiere europee e nei supermercati mirano a impedire che prodotti contaminati raggiungano i consumatori: quando si individua un focolaio in un allevamento, le procedure prevedono il ritiro e l’abbattimento degli animali coinvolti per evitare qualsiasi dispersione del virus nella catena alimentare.

In Spagna alcuni ricercatori e funzionari hanno ribadito che, grazie ai controlli, nessun prodotto infetto dovrebbe finire sugli scaffali. Il professore dell’Università di Madrid, Victor Briones, e il direttore del Centro Nazionale dell’Influenza di Valladolid, José María Eiros, sottolineano che le pratiche di sicurezza e la macellazione regolamentata riducono il rischio per i consumatori. Il consumo di cibo non porta alla diffusione dell’influenza aviaria, è una sintesi condivisa da più fonti tecniche.

In cucina è utile ricordare che le normali procedure di conservazione e cottura annullano la minaccia: temperature di cottura adeguate e igiene durante la manipolazione di carni crude sono misure efficaci. Un fenomeno che in molti notano solo in certi periodi è l’aumento della curiosità verso prodotti locali o biologici; chi sceglie questi canali dovrebbe però verificare che ci siano le stesse garanzie di tracciabilità e controllo.

Per chi fa la spesa in Italia e in Europa la regola pratica resta chiara: scegliere prodotti controllati e seguire le buone pratiche in cucina. Sul piano sanitario, le autorità continuano il monitoraggio del territorio: nella vita quotidiana questo si traduce in alimenti che arrivano sui tavoli con i controlli necessari, mentre tra gli addetti della filiera la sorveglianza resta un lavoro costante.

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