In molte cucine italiane capita di fermarsi davanti a un piatto di peperoni e rinunciare dopo i primi bocconi: sensazione di pesantezza, gonfiore o una digestione rallentata. Dietro quel fastidio non c’è quasi mai un mistero esotico, ma un elemento concreto e visibile: la pelle dell’ortaggio. Chi cucina e chi lavora nei mercati lo nota ogni giorno, e molti consumatori passano dall’esaltazione del sapore alla prudenza in tavola senza sapere perché. Un dettaglio che molti sottovalutano è proprio questo passaggio banale ma decisivo.
Perché i peperoni risultano indigesti
I peperoni spesso risultano indigesti per motivi essenziali e facilmente verificabili. La loro buccia è ricca di cellulosa, una fibra che il nostro apparato digerente fatica a scomporre: rimane più a lungo nello stomaco e può causare gonfiore o pesantezza. Lo raccontano anche operatori della ristorazione e tecnici del settore alimentare: non è raro che la stessa ricetta, con peperoni spellati, venga digerita senza problemi.

Un altro elemento da considerare è la presenza di solanina nei peperoni poco maturi, soprattutto in quelli verdi. Si tratta di una sostanza presente in piccole quantità che può contribuire alla sensazione di disagio in persone sensibili. Per questo motivo scegliere frutti più maturi o trattarli adeguatamente può ridurre molto il problema. Un fenomeno che in molti notano solo d’estate, quando il consumo di crudo aumenta, è proprio l’aumento delle segnalazioni di fastidi digestivi legati ai peperoni non spellati.
Nel complesso, allora, la risposta al perché i peperoni “tornano su” è semplice e pratica: è la combinazione tra la buccia resistente e, in alcuni casi, componenti naturali come la solanina. Per questo chi cucina a casa o nei ristoranti spesso adotta piccoli accorgimenti che cambiano radicalmente l’esperienza a tavola.
Come trattarli per evitare disturbi
Il passo fondamentale, spiegano cuochi e nutrizionisti, è spellare i peperoni. È un’operazione che può avvenire prima o dopo la cottura e che modifica la digeribilità dell’ortaggio. Arrostire i peperoni in forno o sulla griglia è una soluzione pratica: la pelle si brucia e si stacca facilmente, lasciando una polpa morbida e più digeribile. Questo metodo aggiunge anche un profilo aromatico gradevole, utile per insalate o contorni.
Un’alternativa rapida è sbollentare i peperoni pochi minuti in acqua bollente, quindi immergerli in acqua fredda per facilitare la rimozione della pelle. Per chi ha poco tempo, il microonde su peperoni interi per 3–5 minuti ammorbidisce la buccia a sufficienza per spellarli con facilità. Un dettaglio pratico: per il consumo crudo, un pelaverdure ben affilato rimuove la pelle preservando i nutrienti.
La scelta del prodotto conta: i peperoni rossi e gialli, più maturi, sono tendenzialmente più dolci e meno aggressivi per lo stomaco rispetto ai verdi. Altri accorgimenti utili sono togliere semi e filamenti interni, che possono risultare fibrosi, e abbinare i peperoni a condimenti leggeri. Un mix efficace per favorire la digestione è olio extra vergine d’oliva e limone, usato con moderazione. Infine, preferire cotture leggere come il vapore o evitare di associare i peperoni a piatti già molto ricchi riduce il rischio di fastidi.
Chi applica questi semplici passaggi nella vita quotidiana — in famiglia, nelle mense o nei ristoranti — nota un miglioramento immediato: il peperone perde l’aura di “pesante” e torna a essere un ingrediente versatile e gradevole in molte ricette italiane.