Un piatto povero della tradizione italiana, nato per non sprecare nulla, che si trasforma in antipasto, secondo o contorno grazie alla sua semplicità e versatilità
Le polpette di pane nascono come ricetta di recupero, pensata per dare nuova vita al pane raffermo. Una tradizione diffusa in tutta Italia, che unisce sapori semplici e gesti antichi. Non servono grandi abilità in cucina per prepararle, basta conoscere qualche accorgimento su ammollo, impasto e cottura. È una ricetta umile, ma che sa ancora raccontare molto: sull’economia domestica di un tempo, sulle abitudini contadine, sulle tavole in cui nulla veniva buttato. E oggi, in tempi di spreco alimentare diffuso, le polpette di pane tornano protagoniste.
La tecnica dell’ammollo e i segreti dell’impasto perfetto
Tutto inizia con un gesto semplice: tagliare il pane raffermo e immergerlo in un liquido per ammorbidirlo. Qui entrano in gioco le scelte personali. Il latte, ad esempio, rende l’impasto più morbido e dolce, mentre un brodo di carne o vegetale aggiunge profondità e sapore. Il tempo ideale per l’ammollo è di 15-20 minuti, durante i quali il pane deve assorbire bene ma senza disfarsi. È essenziale poi strizzarlo con cura: troppa umidità rischia di farlo sfaldare in cottura.
Il tipo di pane è altrettanto importante. Meglio scegliere un pane casereccio o pane toscano, ricco di mollica, da evitare invece quello integrale o di segale, troppo compatti per lavorarli bene. Una volta morbido e ben strizzato, il pane si mescola con uova, formaggio grattugiato e pangrattato: questi ultimi due servono per dare struttura, senza rendere il composto secco. Le erbe aromatiche – prezzemolo, basilico, menta – aggiungono freschezza. In molte varianti regionali si aggiungono aglio tritato e formaggi stagionati come il pecorino.

Per formare le polpette, si lavora con le mani umide, creando sfere della dimensione di una noce. È utile farle riposare in frigorifero almeno mezz’ora prima di cuocerle, così da compattarle e renderle stabili. Per chi ama la croccantezza, passarle nel pangrattato prima della frittura è un passaggio fondamentale. L’olio deve essere caldo ma non fumante: un trucco è immergere uno stuzzicadenti nell’olio, se si formano subito bollicine è il momento giusto per iniziare a friggere.
Dalle pallotte abruzzesi al forno: le varianti regionali e moderne
In Abruzzo le polpette di pane hanno un nome e una storia: si chiamano pallotte cacio e ova e vengono preparate con pecorino, uova e pane raffermo, poi fritte e immerse nel sugo di pomodoro. È un piatto contadino, sostanzioso, che un tempo veniva cucinato per sfruttare gli avanzi e nutrire le famiglie numerose. Oggi quelle pallotte sono un piatto identitario, ancora cucinato in casa e servito nei ristoranti tradizionali dell’entroterra.
Ma le varianti non finiscono qui. Le polpette di pane si prestano anche a una cottura in forno, più leggera, o in umido, affogate in un sugo semplice di pomodoro. In alcune versioni si aggiungono cubetti di prosciutto, pancetta o altri formaggi per arricchire il gusto. E ci sono anche proposte vegetariane, con verdure frullate all’interno dell’impasto, perfette per chi vuole qualcosa di saporito ma più leggero.
Una volta cotte, si possono servire calde, tiepide o fredde, magari come antipasto accompagnato da una salsa. La più usata è la salsa rubra, cugina italiana del ketchup, ma anche una maionese vegetale o una salsa bolzanina (simile a una maionese aromatizzata) si sposano bene. Le possibilità sono tante, dipende tutto dall’uso che si vuole farne: piatto unico, finger food per un aperitivo rustico, o contorno a secondi più strutturati.
Per conservarle, basta metterle in frigo ben asciutte e consumarle entro due giorni. Se si vogliono congelare, si possono mettere in freezer già fritte oppure prima della cottura, per friggerle al momento. In questo caso servirà qualche minuto in più ma il risultato sarà perfetto.