Le castagne al cartoccio nel camino regalano un sapore unico. Ecco come cuocerle bene, senza bruciarle, con un metodo antico che conquista ancora.
Il camino acceso non è solo decorazione o nostalgia. In molte case italiane è tornato a essere uno strumento attivo di cottura, soprattutto nei mesi freddi. Tra i suoi usi più semplici, ma anche più apprezzati, c’è quello di cuocere le castagne al cartoccio, un’abitudine che negli ultimi anni ha ripreso vigore. Il motivo? Il gusto. Una castagna cotta sulla brace, ben chiusa in un cartoccio, ha una consistenza diversa e un sapore più intenso rispetto a quelle preparate al forno o sulla classica padella forata. Il metodo non è difficile, ma richiede cura in ogni passaggio, dalla scelta del frutto alla gestione del fuoco. In questo modo si evita di ritrovarsi con castagne bruciate fuori e crude dentro.
Il metodo del cartoccio: come prepararle sulla brace senza bruciarle
Non basta buttare delle castagne nel camino per ottenere un buon risultato. La preparazione inizia da lontano. Serve scegliere castagne grandi, integre, senza segni di muffa o crepe evidenti. Vanno sciacquate con acqua fredda e asciugate bene. Poi si procede con un taglio netto sulla parte bombata di ognuna: un’incisione fondamentale per evitare che esplodano durante la cottura. Senza quel taglio, la pressione interna può rompere il guscio in modo disordinato, rendendo la cottura disomogenea e rischiando anche piccoli schizzi di brace.

Una volta preparate, le castagne vanno avvolte in due fogli di alluminio spesso, creando un cartoccio chiuso ma non compresso. All’interno, qualcuno aggiunge un cucchiaio d’acqua, un accorgimento vecchio stile che aiuta a generare vapore e ammorbidire la polpa. Il pacchetto va sistemato sulle braci, non sulle fiamme vive. La brace deve essere viva, stabile, senza troppo fumo. È importante girare il cartoccio ogni tanto con una paletta lunga per cuocere uniformemente. Il tempo di cottura varia, ma di solito servono tra i 25 e i 35 minuti. Quando si sente un profumo dolce, legnoso, allora probabilmente sono pronte.
Il momento più delicato è l’apertura. Bisogna sollevare il cartoccio con cura, magari usando un ferro lungo, appoggiarlo su un tagliere e aprirlo con attenzione: uscirà vapore caldo. A questo punto, coprirle con un panno asciutto per cinque minuti è il trucco finale per rendere la buccia più morbida e facile da rimuovere.
Perché il sapore delle castagne nel camino è diverso (e come non rovinarle)
Chi le ha assaggiate almeno una volta lo sa: le castagne cotte nel camino hanno una nota affumicata leggera, un sapore pieno, quasi selvatico, difficile da replicare con metodi moderni. La differenza nasce dal calore costante e avvolgente della brace, che cuoce lentamente senza seccare la polpa. E poi c’è il cartoccio, che crea una piccola camera di vapore naturale. Questo permette di ottenere castagne morbide dentro, croccanti fuori, con la buccia che non si attacca troppo alla polpa.
Per arrivare a questo risultato, però, serve un po’ di attenzione. Il calore dev’essere uniforme. Se la brace è troppo forte o poco distribuita, alcune castagne resteranno crude mentre altre si bruceranno. Anche il cartoccio deve essere sigillato bene, ma lasciando un minimo di spazio all’interno. Troppa pressione e le castagne si schiacciano, troppo spazio e perdono umidità.
Un altro errore comune è l’uso di castagne non fresche. Se sono vecchie, anche se ben cotte, resteranno asciutte, fibrose, talvolta amare. Il sapore pieno si ottiene solo con frutti raccolti da poco, magari acquistati in mercati locali o portati direttamente da boschi di montagna. Un ultimo accorgimento che alcuni ancora usano è quello di mettere un fazzoletto bagnato sopra il cartoccio negli ultimi cinque minuti di cottura. Serve a mantenere umida la buccia e a facilitare lo sbucciamento.
Il risultato? Un vassoio di castagne calde, dal profumo intenso, con quella leggera crosticina esterna che sa di falò e legna buona. Non servono piatti né posate, solo le mani. Ed è proprio qui che il gesto assume un valore diverso: è un ritorno al contatto diretto con il cibo, un modo di stare insieme che sa di domenica, di storie raccontate davanti al camino.