Dormire poco rovina ogni tua routine (ecco cosa dice uno studio coreano del 2024)

In un mondo che corre, il “God Saeng” invita a rallentare con metodo. Una nuova cultura quotidiana fatta di sveglie all’alba, stretching e lettura, che parla a chi cerca un senso tra le abitudini di ogni giorno.

Nel cuore della Corea del Sud, tra schermi di smartphone e orari pieni fino all’orlo, è nato un concetto che ha cambiato il modo di affrontare le giornate: 갓생, God Saeng, letteralmente “vita divina”. Una formula semplice nella pronuncia, ma profonda nel significato, perché racchiude l’idea di una vita costruita passo dopo passo, con intenzione, metodo e costanza.

L’espressione nasce nel 2020, durante le giornate sospese del lockdown. Quando le abitudini sono state spazzate via, molti giovani coreani hanno iniziato a ricostruirle con rigore, creando routine personali fatte di piccoli gesti: sveglia prima dell’alba, colazione leggera, meditazione, studio, lettura. Ogni azione, anche la più semplice, aveva un ruolo nel dare forma a un’esistenza che sembrava sfuggire.

Quando una routine regolare cambia tutto: tra produttività, sonno e libertà – aperito.it

Ma il God Saeng non è una corsa alla perfezione. È una sfida continua con sé stessi, raccontata spesso sui social come un percorso a livelli. Una youtuber coreana, nota come “시골쥐의 도시생활” (tradotto: “la vita di un topo di campagna in città”), ha persino definito una scala in quattro gradi per misurare quanto si è fedeli a questa filosofia: dal livello base – vivere senza obiettivi – fino a quello in cui si mantengono più abitudini per oltre sei mesi.

Nel mezzo c’è l’idea di costruire una versione di sé più consapevole, giorno dopo giorno. Senza punizioni, senza premi, ma con il desiderio sincero di prendersi cura di sé stessi. E dietro quella disciplina, un messaggio: non serve fare tanto per stare meglio. Serve farlo con continuità.

Quando una routine regolare cambia tutto: tra produttività, sonno e libertà

Il God Saeng non è solo una moda social. Dietro l’abitudine di tenere un diario, monitorare il sonno o svegliarsi sempre alla stessa ora, c’è anche una base scientifica. Lo ha dimostrato uno studio pubblicato nel 2024 sul Journal of Occupational and Environmental Medicine dai ricercatori Young Joong Kang e Mo-Yeol Kang.

Analizzando i comportamenti di quasi 4.000 lavoratori coreani, lo studio ha rilevato che il sonno è il fattore più determinante nella qualità della vita quotidiana, anche più dell’alimentazione o dell’attività fisica. Le persone che dormivano poco o male mostravano calo della produttività, mancanza di concentrazione e stanchezza cronica, con effetti ancora più evidenti tra gli uomini e i lavoratori manuali.

Questo conferma un punto chiave della filosofia God Saeng: senza riposo non c’è disciplina che regga. Puoi segnare ogni obiettivo sulla tua agenda, ma se il corpo è esausto, nessuna routine riuscirà a sostenerti davvero. Ecco perché, in questa ricerca dell’equilibrio, la qualità del sonno è diventata centrale.

Tuttavia, proprio come ogni sistema che impone regole, anche il God Saeng ha generato una corrente opposta, il Gyang Saeng. Nato come risposta a un eccesso di controllo, questo approccio suggerisce di vivere e basta, senza tracciatori, sveglie precise o sensi di colpa. Non si tratta di rinunciare a crescere, ma di farlo accettando le pause, le giornate storte e i momenti di lentezza.

Lontano dal culto dell’efficienza, il Gyang Saeng dice che non serve cronometrare ogni istante per dare valore alla giornata. A volte, basta esserci. Ascoltarsi. Concedersi una tregua senza sentirsi sbagliati.

Forse, il punto di incontro sta proprio qui: una via di mezzo tra disciplina e accoglienza, dove migliorarsi non è un obbligo ma un percorso, e dove anche un piccolo passo ha valore. Il messaggio, in fondo, è chiaro: non serve essere perfetti per sentirsi vivi. Basta provarci, con costanza e gentilezza. A volte con rigore. Altre, con leggerezza.

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