Cappuccino e gonfiore al mattino? Il mix latte e caffè può rallentare la digestione e causare malessere intestinale.
Non è raro sentirsi gonfi o stanchi dopo la prima colazione, soprattutto quando si consuma latte mescolato con caffè. Quella che per molti è una consuetudine quotidiana – cappuccino, caffellatte o macchiato – potrebbe nascondere un effetto collaterale spesso sottovalutato. Secondo il nutrizionista Flavio Pettirossi, il problema non riguarda solo l’intolleranza al lattosio, ma anche il modo in cui questi due alimenti interagiscono nel nostro stomaco, rendendo più complesso il processo digestivo.
Il latte è un alimento completo, ma anche piuttosto impegnativo da digerire, soprattutto con l’avanzare dell’età. Molte persone, senza esserne pienamente consapevoli, perdono progressivamente la capacità di digerire il lattosio a causa della riduzione dell’enzima lattasi. Se a questo si somma la presenza del caffè, che ha un pH acido e stimola la secrezione gastrica, il risultato è un composto che può restare nello stomaco anche fino a tre ore, rallentando tutta la digestione.

Il corpo inizia così a “faticare” già dai primi minuti del mattino. Il gonfiore post-colazione, la sonnolenza che sopraggiunge invece della carica sperata, la pesantezza allo stomaco sono segnali concreti che qualcosa non funziona. E non si tratta solo di sensazioni soggettive: Pettirossi conferma che il mix tra latte e caffè, per molti soggetti, può rappresentare una combinazione da evitare, soprattutto in presenza di disturbi intestinali come colite o sindrome del colon irritabile.
Perché il cappuccino può pesare sull’intestino (e come evitarlo senza rinunciare al gusto)
Per molte persone cambiare la routine mattutina è difficile. Il cappuccino è diventato quasi un simbolo culturale, spesso accompagnato da biscotti, torte o brioche. Ma proprio questo tipo di colazione, secondo il dottor Pettirossi, non è adatta a tutti, soprattutto per chi ha uno stomaco più sensibile o una digestione rallentata. Il problema non riguarda solo il lattosio, ma la sinergia acido/proteica tra i due alimenti, che rallenta la digestione e può aumentare la fermentazione intestinale.
Un primo consiglio è separare le due assunzioni: bere il caffè da solo e consumare latte o bevande vegetali in un secondo momento, lasciando passare almeno 30 minuti. Questo permette allo stomaco di gestire in modo più lineare le due sostanze, senza creare miscele indigeste. Chi invece vuole mantenere la combinazione nella tazza può valutare l’alternativa del latte vegetale: mandorla, avena, riso o soia offrono ottimi risultati, con una digeribilità superiore e senza gli effetti del lattosio.
L’impatto di una scelta più leggera si avverte fin dalle prime ore della giornata: meno gonfiore, più energia, maggiore lucidità. Anche per chi non è intollerante, il passaggio a una colazione meno acida può alleviare piccoli disturbi ricorrenti, spesso ignorati o attribuiti allo stress.
E poi c’è un altro aspetto: l’abbinamento con dolci e prodotti da forno ricchi di zuccheri e grassi tende ad appesantire ulteriormente lo stomaco. In presenza di un cappuccino già di per sé difficile da digerire, l’aggiunta di un cornetto elaborato può rallentare tutto il processo metabolico, provocando gonfiore, pesantezza e una sensazione di stanchezza anziché vitalità.
Il messaggio è chiaro: una colazione soddisfacente non deve essere necessariamente pesante. Anche un pasto più equilibrato può dare carica e gratificazione. Scegliere consapevolmente cosa mettere nella tazza, magari iniziando la giornata con un caffè nero seguito da uno snack leggero e bilanciato, può cambiare il modo in cui ci sentiamo durante l’intera mattinata.